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giovedì 6 maggio 2010

Sea People - Popoli del mare VI - Hatti


Hatti:
Ad Alaca Hoyuk, nei pressi di Ankara sul Mar Nero, vengono trovate, in tombe principesche, mirabili fusioni in bronzo con alto contenuto di stagno, prodotte con la tecnica della fusione a cera persa, mai riscontrata prima. Per secoli Kanesh ebbe un ruolo egemone nelle vicende centro-anatoliche ma intorno al 1800 a.C. i re di Kussara estesero la loro influenza verso ovest conquistando Kanesh. Un secolo dopo, alcuni signori in relazione con Kussara stabilirono a Hattusa la loro capitale. Il loro linguaggio è conosciuto come una forma ittita arcaica. È questa un’altra conferma della radice pelasgica, poiché l'ittita, benché autonomo, è inserito nel gruppo delle lingue anatoliche insieme al luvio. La diretta ascendenza riconosciuta alle forme luvie precedenti l'ittita sono comprovate dal fatto che nella liturgia ittita veniva utilizzata la lingua di Hatti, come succedeva a noi con il latino che per secoli è rimasta la lingua della liturgia. È da escludere che un popolo per officiare il proprio credo religioso adotti una lingua estranea alla propria base culturale.
Fra i naviganti che si riversarono nell'Egeo intorno al 3000 a.C. penetrando l'Anatolia, emergono personaggi dai connotati divini che trovarono a Creta il luogo ideale per esprimere il massimo della loro potenza, manifesta nella talassocrazia di Minosse, figlio di Zeus e di Europa. Erodoto narra che i Cari erano i marinai della flotta di Minosse e che col tempo le Cicladi furono piegate dalla potenza emergente di Creta. L'ultima a cadere fu l'isola di Melo che con la sua ossidiana svolgeva fin dal primo neolitico una frenetica attività commerciale. Il bronzo e lo stagno divennero un monopolio cretese, e le navi minoiche che solcavano i mari in ogni direzione esportavano tecnica, costumi e gusti nuovi. Questo processo toccò il suo culmine con la costruzione dei primi palazzi a Cnosso, Festo e Mallia verso il 1900 a.C., ma nel 1750 a.C. la distruzione si abbattè sui palazzi e i minoici impiegarono un secolo per risollevarsi. Nuove e bellicose etnie indoeuropee si stanziarono sulle coste asiatiche, affermandosi come Stati potenti come i Mitanni, caratterizzati da caste aristocratiche militari che possedevano lo strapotere del carro da combattimento trainato dai cavalli, sconosciuti in precedenza. I Mitanni si attesteranno nelle coste siriane fino all'Alta Mesopotamia e il loro regno si troverà anche a capo dei Cassiti, che invasero Babilonia introducendovi il carro da guerra. Un'altra popolazione capeggiata da misteriosi principi indoeuropei sui carri invase l'Egitto intorno al 1730 a.C. partendo dall'area siro-palestinese: gli Hyksos. Per oltre 250 anni si sostituirono ai dinasti egizi. Hurriti, Ittiti e Cassiti vengono definiti "popoli dei monti" ma questa definizione non appare idonea. Si delineava la costruzione di un nuovo mondo con la comparsa della casta guerriera dei "Maryannu", il distacco fra le classi sociali, un sistema di trattati giuridici, lo sviluppo della diplomazia, la presenza di ambasciatori che portavano doni ai nuovi palazzi reali, e i matrimoni fra membri delle case regnanti. Questi nuovi popoli provenivano da luoghi dove la conoscenza doveva esprimersi ad alti livelli e l'amministrazione era affidata a famiglie nobili che guidavano cocchi da battaglia su ampie pianure, inesistenti fra le montagne dell'Armenia, dell'Iran o del Caucaso. Queste genti indoeuropee, caratterizzate da innovative armi e tecnologia, si assimilarono nei secoli al substrato orientale. Il re ittita Telepinu all'inizio del XV a.C. riformò le istituzioni, introdusse la successione ereditaria al trono, limitò fortemente il potere dell'assemblea e abbandonò la scrittura fino a quel momento utilizzata (geroglifica) a favore del cuneiforme.


Nell'immagine la navicella di Capo Colonna. Notare le proporzioni fra l'imbarcazione e i buoi aggiogati.

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