Diretto da Pierluigi Montalbano

Ogni giorno un nuovo articolo divulgativo, a fondo pagina i 10 più visitati e la liberatoria per testi e immagini.

Directed by Pierluigi Montalbano
Every day a new article at the bottom of the 10 most visited and disclaimer for text and graphics.
History Archaeology Art Literature Events

Storia Archeologia Arte Letteratura Eventi

Associazione Culturale Honebu

Translate - Traduzione - Select Language

venerdì 16 marzo 2018

Archeologia. Sardara, Santuario e pozzo sacro di Sant'Anastasia


Archeologia. Sardara, Santuario e pozzo sacro di Sant'Anastasia


Il tempio nuragico a pozzo di Sant'Anastasia sorge presso l'omonima chiesa, nella parte alta di Sardara, ai piedi del costone che sale verso il colle di Pran'e Cuaddus, nel Campidano centrale, a metà strada tra Cagliari e Oristano. L’edificio è realizzato con blocchi di basalto e calcare ed è orientato lungo l’asse Nord-est /Sud-Ovest. Presenta un atrio rettangolare con sedili (m 3,50 x m 2,20) parzialmente pavimentato, una stretta scala di 12 gradini coperti da lastre orizzontali degradanti (lunghezza m 2,20), e offre un ipogeo con copertura a tholos (largo alla base m 3,5 e alto m 5), cui si accede, dall'ultimo gradino, con un salto di poco più di un metro. L’acqua, convogliata in una canaletta lunga 6 metri, fuoriusciva da un'apertura con architrave alla base della camera del pozzo, nel lato opposto alla scala. Realizzato nel 1200 a.C., questo edificio fa parte di un abitato ancora in
fase di scavo. L’organizzazione comprende un secondo pozzo, realizzato con pietre squadrate molto precise, alcune delle quali sono ornate con motivi incisi e a sbalzo e varie altre murate nella facciata della chiesa di Sant'Anastasia, compresi alcuni conci con protuberanze a forma di mammella e altri a di testa di toro. Gli archeologi hanno portato alla luce un grande recinto curvilineo, simile al recinto delle feste del santuario nuragico di Serri, munito di un bancone di lastre di scisto e un porticato. All'interno si notano delle capanne, una delle quali (la capanna 5), dotata di un bancone-sedile, di due grandi nicchie e di un altare centrale formato da una colonnina in arenaria e due dischi che supportavano un piccolo nuraghe simbolico in pietra. Nell’ingresso c’è una fossa rettangolare scavata nel bancone roccioso che conteneva una giara contenente manufatti in bronzo, tra cui strumenti da fonditore per attività artigianali e materiale vario destinato ad essere rifuso. Tre bellissimi bacili di bronzo completavano il prezioso corredo dell’edificio. Questa sala per le assemblee della comunità fu realizzata nel X a.C., mentre i materiali sono databili intorno all’VIII a.C. Nell’ingresso della capanna 1, anch'essa del Bronzo finale, c’era un recipiente in terracotta contenente lingotti in rame del tipo "ox-hide". Il rinvenimento di matrici di fusione all’esterno della "capanna 4" testimonia attività artigianali di produzione di manufatti metallici. All'interno della chiesa c’è un pozzo nuragico, originariamente realizzato in una capanna del villaggio, che ha restituito materiali databili dal XI a tutto il VII a.C. L'utilizzazione dell'area per finalità religiose è persistita in età punica, come suggeriscono le ceramiche rinvenute negli scavi e fino a età bizantina come testimoniano i resti dell'edificio, intitolato a Santa Anastasia del menologio greco (una raccolta di testi liturgici e agiografici usata nella Chiesa ortodossa), sottostante alla chiesa oggi visibile e risalente al XV secolo.


Nessun commento:

Posta un commento